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Studiosi del mondo islamico - 36

Un'introduzione alla storia dei manoscritti del Corano

11:51 - December 01, 2023
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Tehran-Iqna- È' un fatto accettato tra i musulmani, così come tra molti studiosi non musulmani, che il testo del Sacro Corano non è cambiato da quando è stato rivelato al Santo Profeta

Un'introduzione alla storia dei manoscritti del Corano

 

È un fatto accettato tra i musulmani, così come tra molti studiosi non musulmani, che il testo del Sacro Corano non è cambiato da quando è stato rivelato al Santo Profeta.

Tuttavia, altri studiosi non musulmani hanno condotto studi sulla storia delle più antiche copie manoscritte del Corano.

Francois Deroche, uno studioso francese specializzato in Codicologia e Paleografia, ha analizzato le caratteristiche dei primi manoscritti del Sacro Corano nel suo libro "Il Corano degli omayyadi: una prima panoramica".

Nei suoi studi, Deroche analizza gli stili di scrittura di questi manoscritti storici, considerando il calligrafo e la regione in cui i manoscritti furono prodotti.

Lo studioso offre descrizioni dettagliate dei manoscritti, dei diversi tipi di inchiostro, carta e altri materiali utilizzati in essi. Spiega anche le fasi di avanzamento delle abilità calligrafiche nei diversi anni.

Inoltre evidenzia il ruolo di questi manoscritti nel confermare l'autenticità di quanto si trova nel testo del Corano.

La prima parte dell'opera si concentra su una serie di manoscritti del Corano risalenti all'epoca degli omayyadi, la maggior parte dei quali sono ora conservati a Parigi e San Pietroburgo.

Nel secondo capitolo del libro, l'autore esamina da vicino tre manoscritti. Uno di questi è conservato Istanbul, un altro a Londra e il terzo a San Pietroburgo.

Vengono analizzati anche altri manoscritti del Corano conservati a Sana'a nello Yemen e a Kairouan in Tunisia. L'aspetto generale di queste copie, soprattutto il loro stile calligrafico, è simile a quello dei più antichi manoscritti del Corano.

Molto probabilmente risalgono a prima del 695 d.C. e durante il regno di Abdul Malik ibn Marwan (646-705).

 

 


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