IQNA

Massimo D'Alema: Uniti contro Daesh

13:34 - November 26, 2015
Notizie ID: 3457287
Roma – Iqna - il fondamentalismo wahabita, nemico Occidente.

 Dobbiamo mettere a fuoco chi è il nemico. Per me, è il fondamentalismo di origine wahabita.
Questo comporta per l'Occidente una riflessione seria, perchè il fondamentalismo wahabita ha basi in Paesi che sono nostri amici ed alleati. Un discorso chiaro con l'Arabia saudita e con i Paesi del Golfo Persico è stato rinviato per troppo tempo". E' l'analisi di Massimo D'Alema in un'intervista a Repubblica. "L'Occidente - spiega - ha visto gli sciiti come una minaccia. Ma credo che quelli che ci sparano addosso ci dovrebbero preoccupare un po' di più. E chi ci spara addosso sono gli estremisti sunniti. Per combatterli dobbiamo isolarli anche tra i sunniti".
"E poi bisogna dare un'impostazione corretta a questa sfida cruciale per l'avvenire di tutto il pianeta: non è una guerra tra l'Occidente e l'Islam.", ha proseguito l'ex premier.
"È importante che lo schieramento contro il terrorismo sia il più ampio possibile e coinvolga il maggior numero di Paesi islamici. Gli Stati Uniti hanno messo troppo tempo a capire che occorreva vedere l'Iran come un interlocutore e non come il diavolo: questa è la posizione di Israele, ma non possiamo permetterci di farci dettare la nostra strategia dagli israeliani".

«Occorre un coordinamento forte e un sostegno operativo a quelli che stanno già combattendo anche per noi, come i curdi, gli iracheni, gli yazidi ed altri. Come dice Prodi, di cui condivido in questi giorni molte osservazioni, bombardare non serve se non abbiamo una strategia». E ancora:
«Non dico che dobbiamo mandare un contingente sul terreno, non possiamo però escluderlo in linea di principio. Potrebbe diventare inevitabile se le forze che oggi combattono l’Isis, e che noi dobbiamo sostenere di più e meglio, non ce la facessero o addirittura fossero travolte. Ma soprattutto occorre che l’Europa agisca di concerto. Secondo me, francesi e inglesi prima di agire avrebbero dovuto coinvolgere il Consiglio europeo. E’ chiaro, poi, che quando si tratta di un’azione militare, la svolgano i Paesi che ne hanno la volontà e sono in grado di farlo».
D’Alema poi ha apprezzato l’atteggiamento di Renzi, una prudenza considerata “saggia” dall’ex premier:
«L’Italia non è una grande potenza. O riesce a giocare un ruolo internazionale sulla base di una iniziativa politica, come a volte è successo in passato, oppure sta al proprio posto e tiene un profilo basso. Mi sembra che questa sia la scelta dell’attuale governo. Forse anche con una certa saggezza…».
Intanto, però, la guerra si sta trasferendo nelle nostre città in Europa. Ci siamo portati il nemico in casa?
«Questa è la visione dei populisti e degli islamofobi, che vorrebbero sospingere l’Islam nelle catacombe. Ma è un errore controproducente. Il nostro vero interesse sarebbe quello di favorire la nascita di un Islam europeo, che purtroppo non esiste, con moschee che operino alla luce del sole e nel pieno riconoscimento pubblico. Sospingere ai margini quella che è ormai la seconda religione d’ Europa fa solo il gioco degli integralisti. In questi giorni ho sentito molti islamici dire: no al terrorismo, sì alle moschee. Mi sembra una posizione coerente e ragionevole».

repubblica.it

captcha